Coq au vin à la cocotte

Coq au vin à la cocotte

“Coq au vin à la cocotte”  

Tempo di preparazione 1 ora circa.

La preparazione di questo piatto è lunga e complessa, ma il musicista avvezzo a frequentare le vette dell’estetica e della sapienza suole varcare la soglia della cucina solo per ricette che si presentino come una vera e propria sfida!

La prima cosa che si richiede per questo gustoso piatto della tradizione francese è la preparazione di un brodo, o più semplicemente di una pentola di acqua bollente. Si scelga dunque una pentola, non grande ancorché non troppo piccina, e vi si versi mezzo litro abbondante di acqua fresca della più limpida, possibilmente sorgiva.

Si ponga poi il tutto sovra una bella fiamma che abbia forza sufficiente da portare il liquido a ebollizione. Mentre si attende l’agognato momento in cui la tranquilla superficie dell’acqua incomincia a perturbarsi, a sommuoversi formando grosse bolle in maniera dapprima peregrina e poi sempre più ordinata e durevole, si abbia cura di non trascurare il controllo di quei dettagli della nuova composizione alla quale si stava lavorando poco prima di mettersi ai fornelli. Non si dà il caso infatti di preparazione culinaria che non si possa conciliare con un lavoro musicale di primaria importanza per il cuoco-musicista!

Si duri dunque a codesta fatica intellettuale fino a che le narici non siano accarezzate da un lieve e poi vieppiù fastidioso olezzo di bruciato tale da richiamare alla mente l’inferno dantesco. L’iniziale “intermittenza del cuore” lascerà quindi spazio a una vera e propria epifania, sotto forma di timor panico.

Allora si corra in cucina, si afferri con decisione (e se proprio si è musicisti anche con un po’ di cautela) la pentola fumante ormai uniformemente abbrustolita e la si esponga a uno sfrontato getto di acqua gelida onde ottenere quel sublime sfrigolìo che sempre accompagna l’amplesso tra sorella acqua e il metallo rovente.

Per completare l’operazione si porti l’ormai esausta “pentolina al gratin” all’esterno, si aprano tutte le finestre di casa e si accendano candele profumate q. b.


A questo punto, poiché l’ora a disposizione per la preparazione del pranzo sarà inevitabilmente trascorsa, meglio prendere due uova, fresche di giornata, e gustarsele affrittellate con olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio, sale e un nonnulla di pepe; onesto ripiego sempre che si abbia in dispensa del buon pane casereccio, fragrante da piegare la resistenza elastica della superficie del tuorlo e frangerla con dolcezza così da poter intridere di quella crema la sua soffice mollìca.

Oppure anche un cinese da asporto andrà benissimo…